Ho interrogato l’Assessore regionale alla sanità per capire che cosa intenda fare per stabilizzare il personale amministrativo precario della sanità che, in questi anni, è stato impegnato nella lotta alla pandemia da Covid-19. Nei periodi emergenziali, infatti, grazie ai fondi Covid si è riusciti a sopperire alla necessità di personale attraverso avvisi pubblici per assunzioni a tempo determinato. Tuttavia, queste persone che tanto si sono spese durante le ondate dell’emergenza, si trovano, oggi a dover convivere con una costante situazione di precariato e con contratti che sono solo stati prorogati.
Ritengo che sia doveroso adoperarsi in tutti i modi possibili per una stabilizzazione definitiva di coloro che hanno svolto, in questi due anni, un lavoro incessante. Si tratta di un riconoscimento, certo, ma rappresenta anche un modo per rafforzare la sanità territoriale e non disperdere professionalità importanti per la nostra Regione. Alcune Amministrazioni regionali, come la Regione Lazio, hanno già provveduto a siglare intese sindacali per la stabilizzazione del personale sanitario. Sarebbe un segnale forte se anche il Piemonte si muovesse in questa direzione.
Nella sua risposta l’Assessore alla sanità ha affermato che le stabilizzazioni, sia in ambito sanitario che in ambito amministrativo nel settore sanità, sono vincolate ai limiti di spesa del Bilancio 2022 e a quanto è stato stabilito dalla Legge Madia per il personale della pubblica amministrazione assunto a tempo determinato. Io credo che, pur rispettando tutti i vincoli, la Regione debba fare di tutto per non perdere professionalità fondamentali per la nostra sanità, anche attraverso un confronto con le altre Regioni per individuare le soluzioni migliori. La proroga dei contratti fino alla fine dell’anno che Icardi continua a citare non è una soluzione, ma solo un rinvio del problema.