Ci siamo sgolati, arrabbiati, abbiamo fatto opposizione nel merito e per il metodo usato per ben tre giorni e tre notti e la Corte di Cassazione alla fine ci ha dato ragione!
La Suprema Corte ha chiesto, infatti, una modifica al quesito referendario: per una questione formale, ha chiesto agli 8 Consigli regionali, che il 30 settembre avevano presentato istanza di referendum abrogativo riguardante la legge elettorale, compreso il nostro, un’integrazione al quesito referendario e per farlo ha concesso tempo sino all’8 novembre. La Cassazione invita inoltre i promotori a cambiare la denominazione del quesito per la sua identificazione.
La Suprema Corte ha chiesto, infatti, una modifica al quesito referendario: per una questione formale, ha chiesto agli 8 Consigli regionali, che il 30 settembre avevano presentato istanza di referendum abrogativo riguardante la legge elettorale, compreso il nostro, un’integrazione al quesito referendario e per farlo ha concesso tempo sino all’8 novembre. La Cassazione invita inoltre i promotori a cambiare la denominazione del quesito per la sua identificazione.
L’integrazione richiesta consiste nella formulazione integrale dei testi delle disposizioni di cui si chiede l’abrogazione; la denominazione del quesito dovrà essere “Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali, nel sistema elettorale della Camera dei Deputati e nel Senato della Repubblica”.
A questo punto il Consiglio avrà tempo finoall’8 novembre per deliberare le integrazioni di carattere formale.
A questo punto il Consiglio avrà tempo finoall’8 novembre per deliberare le integrazioni di carattere formale.
Si tratta a tutti gli efetti di un primo stop al referendum e intanto la nostra Giunta continua a non parlare di Piemonte. #Piemontenopontida